Scopriamo perché The Sandman non avrà la stagione 3 e si conclude con la 2 su Netflix: decisione creativa, costi elevati e fedeltà al fumetto spiegano la scelta definitiva.

Perché The Sandman finisce con la stagione 2 su Netflix

Netflix ha confermato ufficialmente che la seconda stagione di The Sandman sarebbe stata anche l’ultima. Non si tratta di una cancellazione improvvisa, ma di una decisione creativa ben pianificata fin dall’inizio.

Il team creativo, guidato da Neil Gaiman, David S. Goyer e dallo showrunner Allan Heinberg, ha deciso di concludere l’arco narrativo principale con la seconda stagione, come riporta anche Variety.

La volontà era di offrire al pubblico una narrazione completa e fedele al materiale originale, senza estendere artificialmente la trama solo per esigenze produttive o commerciali.

Adattamento fedele: perché due stagioni bastano e The Sandman 3 non si fa

Il fumetto di The Sandman, scritto da Neil Gaiman e pubblicato da DC Comics, è composto da 75 numeri. La serie Netflix ha pianificato un adattamento coerente, selezionando gli archi narrativi principali per le sue due stagioni.

Cercare di estendere la serie oltre i contenuti centrali avrebbe significato snaturare il racconto o introdurre materiale non originale.

Dopo l’adattamento di Preludi e Notturni e Casa di Bambole per la prima stagione, la 2 include volumi fondamentali come La stagione delle nebbie, Brevi vite, Le eumedini e altri racconti stand alone. Dovrebbe essere così assicurata una chiusura narrativa completa a The Sandman, anche senza il bisogno di una stagione 3.

Costi e fattibilità: un fantasy costoso

Un altro elemento chiave della chiusura è stato il budget della produzione. The Sandman è una delle serie fantasy più complesse mai realizzate da Netflix, con scenografie digitali elaborate, effetti visivi avanzati e un cast di primo livello.

Stando a quanto dichiarato da Deadline, ogni episodio è costato in media tra i 15 e i 20 milioni di dollari, rendendo difficile sostenere una produzione su lungo termine.

Controversie attorno a Neil Gaiman: un fattore secondario

La chiusura della serie ha suscitato sospetti legati alle accuse di cattiva condotta sessuale rivolte a Neil Gaiman. Secondo quanto riferito da fonti interne alla produzione, però, la decisione di concludere con la seconda stagione era già stata presa prima che emergessero tali controversie.

Inoltre, Gaiman ha avuto un ruolo meno diretto nella produzione della stagione 2, limitandosi a supervisionare i copioni. Dunque, la fine di The Sandman sembra essere stata dettata da ragioni creative e produttive piuttosto che da fattori esterni o scandalistici.

Spirito narrativo e futuro: un finale voluto

La seconda stagione dovrebbe chiudere in modo soddisfacente gli archi più intensi e amati del fumetto. La stagione delle nebbie esplora il tormento di Sogno e la sua relazione con Nada; Brevi vite porta avanti la ricerca del fratello Distruzione; Le eumenidi e i racconti stand alone rappresentano la caduta e rinascita del protagonista.

La chiusura della serie, prevista per fine luglio, è quindi pensata per rispettare lo spirito poetico e tragico del fumetto, lasciando gli spettatori con un senso di compiutezza e malinconia tipico dell’opera di Gaiman.

In sintesi, The Sandman non è stato cancellato prematuramente: è stato concluso intenzionalmente. La seconda stagione rappresenta la naturale chiusura di un ciclo, portando sullo schermo l’essenza narrativa e visiva dell’opera originale.

Anche se i fan speravano in una stagione 3, è chiaro che il team creativo ha scelto di terminare nel momento giusto, onorando un amato fumetto con una degna conclusione. Ecco, dunque, perché The Sandman finisce con la stagione 2 e non ci sarà la 3.