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The Crown 2 stagione recensione

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The Crown 2 stagione recensione: la Corona è un alibi dell’intimità di Elisabetta

Niccolo Maggesi | 14 Dicembre 2017

The Crown

The Crown 2 stagione recensione | Elisabetta si toglie la corona, sbiadisce il suo peso storico e si intensifica la […]

The Crown 2 stagione recensione | Elisabetta si toglie la corona, sbiadisce il suo peso storico e si intensifica la sua umanità.

The Crown 2 stagione recensione – Elisabetta II ha deposto la corona. Metaforicamente, s’intende. Perché al suo ritorno di pochi giorni fa la regina di Claire Foy pare aver ridimensionato il proprio peso storico, ritagliando invece uno spazio tutt’altro che marginale alla vita privata. Lo si capisce sin dall’esordio, quando vengono indagati i delicati equilibri matrimoniali fra Sua Altezza e il principe Filippo.

Il tema del matrimonio, che chiude a cerchio l’intero arco di episodi, torna di volta in volta in tutte le sue declinazioni. Dalla maternità alle idiosincrasie del rapporto coniugale, poco importa se sia quello di Elisabetta e Filippo o di Margaret e l’insidioso compagno.

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La parola stessa matrimonio riacquista in The Crown 2 stagione il suo significato originario di unione finalizzata a procreare, divenendo il primo tratto con cui si delinea il resto delle dinamiche familiari.

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L’essere madre, cui Elisabetta si piega ancora come a un dovere della sovrana, è uno dei pochi altri oneri regali dei quali si faccia carico. La regina non cavalca infatti più la Storia di suo pugno come nella stagione precedente, ma si adatta al tempo che passa senza troppo rumore. Anche l’esperienza nel Ghana, sollecitatale dall’aver conosciuto l’affascinante Jackie Kennedy, è presentata soltanto come una competizione tutta femminea con la First Lady.

The Crown 2 stagione recensione: cosa è veramente cambiato?

La rilevanza della Regina nella Storia si attenua perché la monarchia inglese stessa si è lentamente scollata dalla realtà del mondo moderno. Generazioni e generazioni dopo la salita al trono di Elisabetta hanno infatti svilito l’antica idea di autorità sacrale del regno inglese. Questa aveva costituito la prospettiva epico-drammatica della prima stagione, e anche l’aspetto più interessante di tutto The Crown.

Volendo raccontare tuttavia la storia della Corona dagli inizi del Novecento sino ai giorni nostri, il creatore della serie Peter Morgan ha inevitabilmente notato che proprio la nobilissima sacralità monarchica si è trasformata in non meno che un cimelio per antiquari. Un’anticaglia tutelata ormai soltanto dai rigattieri delle alte sfere di governo.

E questo è – se vogliamo – l’unico fatto storico veramente rilevante in The Crown 2 stagione.

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The Crown 2 stagione recensione | Matt Smith è il Principe Filippo, Billy Jenkins Carlo

Alla maternità di Elisabetta, ad ogni modo, fa da contrappeso la paternità di Filippo. Di costui si conoscono finalmente le cause delle lacerazioni interiori, che incidono pericolosamente sul suo rapporto con il figlio. L’infanzia di Filippo viene fotografata in modo da rendercelo meno distante, mentre quella di Carlo ce lo fa commiserare.

Si prepara insomma il campo alle stagioni future, in cui sì che il gossip e il chiacchiericcio saranno l’unico vero interesse degli abitanti di Buckingham Palace. I quali ad ogni costo cercheranno di mantenere alto l’onore degli Windsor, sacrificando un bel po’ della loro aristocratica superiorità a tutto vantaggio del sempre più prezioso consenso popolare.