Hai scritto, nella descrizione della serie, che Shapeshifter muove anche una critica ai giovani di oggi. Chi scrive un libro, uno show o più in generale chi fa arte affida sempre una parte di sé al suo “prodotto” e probabilmente anche questa critica viene da te. Quale parte di Luca hai voluto affidare a Shapeshifter e perché?
Sicuramente c’è molto di me in questa storia. Forse anche troppo. L’aspetto che ho voluto inserire è soprattutto il mio lato riflessivo e a volte poetico e malinconico. In Shapeshifter è abbastanza evidente la vena vintage, quindi la critica si rivolge soprattutto al modo che abbiamo di affrontare le cose. Noi ragazzi di adesso e in generale molte persone, tendiamo a non soffermarci sulle cose, a non riflettere abbastanza, diamo importanza a determinate cose piuttosto che altre, specialmente stando sempre dietro a uno schermo. La concezione di legame – amore, amicizia – è qualcosa su cui ho voluto investire particolarmente, questa potrebbe essere una cosa che può piacere o meno: nulla è troppo evidente o troppo esagerato, ci sono più cose che mostrano ciò che in realtà accade.
Come rispondi a chi dice che si tratta solo di una “copia di Teen Wolf”?
"Se fosse una commedia romantica" - Scopri di più sul romanzo del momento.In realtà noto un po’ di incongruenze… Ho notato che molti si sono lamentati della fine di Teen Wolf, che hanno inviato diversi post e petizioni. A livello di fandom mi aspettavo molto più appoggio per quello che alla fine è un figlio di Teen Wolf. Credo che se ami una serie TV e qualcuno fa qualcosa per continuarla, appoggiare il progetto è il gesto più carino, ammesso che non violi la serie madre. Io dal canto mio posso dire che non si tratta della “brutta copia di Teen Wolf”, ma è il… come dire, “cugino di secondo grado”!
Molte domande nascono dal teaser di Shapeshifter.