
Ryan Murphy parla di una possibile stagione di Monster su Luigi Mangione
Ryan Murphy rivela di aver preso in considerazione l’idea di una stagione di Monster sul caso Luigi Mangione
La confessione di Ryan Murphy
Ryan Murphy ha davvero preso in considerazione la possibilità di raccontare il caso Luigi Mangione. Ha fatto molto discutere la storia dell’ingegnere italo-americano accusato dell’omicidio di Brian Thompson, l’amministratore delegato dell’azienda di assicurazioni mediche UnitedHealthcare.
In seguito all’esplosione sul caso Mangione era diventato un vero e proprio idolo del web, al centro di fancam e video celebrativi. Proprio per questa ragione in molti hanno iniziato a chiedersi se ci fosse possibilità di vedere la sua storia all’interno di una serie tv.
E chi meglio di Murphy, creatore di alcuni degli show più amati degli ultimi anni (da American Horror Story fino a 911) avrebbe potuto raccontare al meglio questa storia. Ryan è infatti anche l’ideatore di Monster, serie antologica che racconta i principali casi di true crime che hanno sconvolto l’America.
Il prossimo venerdì 3 ottobre arriva su Netflix la terza stagione, incentrata sul caso Ed Gein (che sarà interpretato da Charlie Hunnam). Il produttore, in occasione di un’intervista rilasciata a Variety, ha rivelato di aver raccolto un file con tutti i casi di cui potrebbe un giorno trattare. Tra questi c’è anche quello di Luigi Mangione.
“Abbiamo un archivio ‘forse un giorno’“, ha spiegato Ryan Murphy. Ha poi aggiunto però che, per il momento, ha dovuto mettere in standby la sua idea perché si sa ancora molto poco della sua storia. “Non sappiamo nulla di lui. Non c’era nulla da scrivere, non avevamo ancora informazioni. Forse qualcosa verrà fuori durante il processo“, sono state le sue parole.
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Intanto si pensa già alla quarta stagione di Monster, che sarà incentrata su Lizzie Borden. “È una stagione dedicata alle donne ‘mostruose’. Non si parla solo di Lizzie, ma anche di altre donne famigerate che sono state bollate come mostri“, ha spiegato. “Ci sono molti mostri diversi che affollano la stagione. L’approccio è lo stesso: tracciamo il profilo di donne famose che sono state etichettate come una cosa sola e poniamo la domanda: davvero, la pensate così?“, ha aggiunto.