Negli ultimi anni, le serie TV ci hanno mostrato una nuova generazione di personaggi: i cattivi che ci affascinano, ci confondono e, a volte, ci conquistano. Joe Goldberg (Penn Badgley), protagonista della serie You di Netflix, è forse uno degli esempi più emblematici. Ma perché siamo così attratti da un personaggio che è, di fatto, uno stalker, un assassino e un gaslighter?

Il carisma dell’anti-eroe

Secondo uno studio pubblicato da Psychological Science, il fascino dei cattivi deriva dalla possibilità di esplorare aspetti “proibiti” della nostra personalità in un ambiente sicuro, come quello narrativo. Quando guardiamo una serie, sospendiamo temporaneamente il giudizio morale. Questo ci permette di empatizzare con figure trasgressive senza sentirci in colpa.

Joe Goldberg: manipolatore brillante o eroe tragico?

Joe è colto, sensibile, protettivo. Ma è anche bugiardo, possessivo, violento. Come evidenzia Marie Claire, il pubblico spesso romanticizza Joe Goldberg, attribuendo le sue azioni a traumi del passato piuttosto che a scelte consapevoli. Questo ci porta a una riflessione più ampia: fino a che punto siamo disposti a giustificare un comportamento tossico, se ben raccontato?

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Il ruolo della narrazione

Come spiega Matthew Grizzard, docente di comunicazione all’Università di Buffalo, siamo più propensi a perdonare i cattivi se comprendiamo le loro motivazioni. Le serie TV, con la loro profondità narrativa, ci offrono esattamente questo: contesto, sfumature e una prospettiva interna

Conclusione

Joe Goldberg è un cattivo affascinante proprio perché sfugge a una definizione semplice. La sua storia ci interroga su cosa significhi davvero “essere buoni” o “essere cattivi”. E mentre condanniamo le sue azioni, continuiamo a guardarlo — e a interrogarci su di noi.