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Cinema e Celebrity

Andrew Garfield racconta la storia del rider che ha spoilerato No Way Home

Martina Pedretti | 19 Gennaio 2022

Andrew Garfield racconta la storia del rider di Atlanta che ha spoilerato la sua presenza in Spider-Man No Way Home

Andrew Garfield e la vicenda del fattorino

L’attesa di Spider-Man No Way Home è stata ricca di spoiler e rumor sulla presenza di alcuni personaggi nel film. Sony Pictures e Marvel Studios hanno evitare di confermare la presenza di Andrew Garfield e Tobey Maguire nel cast in tutti i modi. Tuttavia, diversi dettagli hanno da subito lasciato intendere che i due sarebbero apparsi nel film con Tom Holland. In particolare, la storia di un rider di Atlanta aveva destato diversi sospetti.

Qualche mese prima del debutto del film, sia Andrew Garfield che Tobey Maguire erano stati avvistati ad Atlanta, proprio quando ai Pinewood Studios si stavano svolgendo le riprese di No Way Home. Garfield ha di recente raccontato dal suo punto di vista, ora che può farlo, una vicenda che ai tempi fece il giro del web. Infatti quando l’attore si trovava in Georgia, un fattorino che gli consegnò del cibo lo riconobbe, e raccontò la cosa su internet, facendo impazzire i fan di Spider-Man.

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All’Happy Sad Confused Podcast Andrew Garfield ha raccontato questa storia, spiegando come la sua discrezione non è servita a niente, proprio per colpa di quel rider.

Era la mia prima notte ad Atlanta e ero con due dei miei più cari amici, uno dei quali lavora a The Walking Dead, girato sempre lì. Eravamo nella casa dove mi aveva piazzato la produzione e avevo ordinato la cena a domicilio per tutti, perché eravamo nel pieno del COVID e si poteva prendere solo cibo da asporto. Era la mia prima notte lì e stava andando tutto alla grande. Indossavo sempre la mascherina. Portavo un cappellino. Nessuno poteva riconoscermi, non potevano capire che mi trovavo lì, e riuscivo davvero a mantenere un profilo basso.

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Arriva il ragazzo delle consegne, un ragazzo che mi sembrava simpatico e cordiale. Apro la porta, lo ringrazio – ho addosso la mascherina e il cappellino. Solo che mi chiede la mia carta d’identità. Interessante. La carta d’identità per il delivery? Nessun servizio di consegne a domicilio me l’aveva mai chiesta. Inoltre era anche molto vicino alla porta, davvero tanto e io ero in paraonia, perché il giorno dopo sarei dovuto andare sul set e non mi andava di rischiare di far chiudere il set di un film Marvel nel bel mezzo di una pandemia. Così gli ho detto di allontanarsi un po’ vista la pandemia, e gli domando anche perché avrei dovuto mostrargli i miei documenti. 

Lui doveva controllare le mie generalità perché avevo preso degli alcolici. Però l’ordine non era a mio nome e io neanche avevo preso alcolici. Avevo preso dei taco. E poco dopo il tizio è andato su Internet dicendo ‘Penso di aver appena consegnato del cibo a Andrew Garfield!’ Credo mi abbia anche dato del maleducato, cosa che di certo non sono stato. Avevo chiesto che rispettasse il distanziamento sociale e probabilmente la mia richiesta lo ha infastidito. Penso che la cosa sia diventata un caso e credo che sia anche finito nei guai. Ora, dovunque tu sia, ti dico che so cosa avevi in mente quella sera. Volevi essere subdolo e mi hai messo davanti a una bella sfida.

Insomma chissà come sta oggi quel rider, ora che Andrew Garfield ha raccontato la storia!