Dalla “Millennial Pause” agli skinny jeans: tutte le piccole manie che mandano gli zoomer fuori di testa…

 

Millennial e Gen Z condividono lo stesso mondo come vicini di casa che non si sono scelti: abbastanza affini da capirsi, ma abbastanza diversi da fraintendersi. A volte si cercano, altre si evitano, ma di certo si studiano… e spesso si criticano. Per la Gen Z, infatti, i Millennial sono diventati sinonimo di “awkward”: troppo curati, troppo coinvolti, troppo… sempre un po’ oltre.

E su TikTok la lista delle abitudini irritanti è ormai infinita. Gli skinny jeans, per esempio, restano un affronto personale per gli zoomer.

Poi c’è il tema emoji: i nati negli anni ’80-’90 usano ancora quella con le lacrime che ridono, mentre la Gen Z commenta con il teschio per dire “sto morendo dal ridere”. Mondi totalmente diversi.

E ovviamente c’è lei: la famigerata Millennial Pause. Quel micro-secondo di silenzio prima di parlare in un video, tipico di chi controlla se sta registrando davvero. Gli zoomer la trovano insopportabile.

Le cose che infastidiscono di più la Gen Z

La punteggiatura a caso
Per la Gen Z, ogni messaggio dei Millennial sembra un rimprovero. Un “Certo…” o “Va bene.” li fa sentire come se avessero deluso la prof… di turno. Meglio niente punti e niente maiuscole: più semplice, più soft.

Troppa perfezione nei social
I Millennial curano i feed come se fossero mostre d’arte: filtri, luci, pose studiate. La Gen Z invece punta su foto mosse, sfocate, spontanee. Più “vissute”, meno impostate.

Le E-email da ansia
“Come nella mia precedente email…”, “solo un piccolo reminder…”. Frasi normali per i Millennial, ma per la Gen Z sono puro terrorismo psicologico. Preferirebbero un tono diretto, senza frasi da ufficio anni 2000.

Insomma, tra Millennial e Gen Z la sfida continua… ma in fondo, senza le loro battutine e i loro giudizi spassionati, internet sarebbe decisamente più noioso.