Arriva al cinema il 20 novembre La camera di consiglio, il nuovo film di Fiorella Infascelli, distribuito da Notorious Pictures.

Non si tratta di un film “sulla mafia” in senso classico, ma di un racconto corale che esplora uno dei momenti più intensi della storia giudiziaria italiana: il Maxiprocesso di Palermo, celebrato dal 10 febbraio 1986 al al 16 dicembre 1987.

La camera di consiglio: 36 giorni di tensione

Al centro del film c’è la camera di consiglio più lunga della storia italiana: 36 giorni durante i quali otto giurati, chiusi in un appartamento-bunker dentro il carcere dell’Ucciardone, devono decidere sul destino di 470 imputati. Un compito enorme, carico di responsabilità, isolamento e tensione morale.

Il film ci mostra il lato umano di questi giurati, costretti a confrontarsi con la legge, la propria coscienza e il peso delle decisioni che cambieranno la vita di centinaia di persone.

Un cast corale

A guidare il racconto troviamo Sergio Rubini, nei panni del Presidente della giuria, e Massimo Popolizio, interprete del Giudice a latere. Accanto a loro, un cast corale formato da Betti Pedrazzi, Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Stefania Blandeburgo, Rosario Lisma e con la partecipazione di Claudio Bigagli.

Ogni personaggio contribuisce a costruire un mosaico di emozioni e conflitti interiori, rendendo l’opera intensa e corale. La sceneggiatura, firmata da Infascelli e Mimmo Rafele, con la collaborazione di Francesco La Licata, è stata sviluppata con la consulenza di Pietro Grasso, giudice a latere del Maxiprocesso, per garantire autenticità storica e giuridica.

La camera di consiglio mostra il lato umano dei giurati, costretti a confrontarsi con la legge, con la propria coscienza e con il peso delle decisioni che cambieranno la vita di centinaia di persone.

Una regia teatrale e intimista

Girato interamente in interni, La camera di consiglio (scopri il trailer) adotta un’impostazione fortemente teatrale, capace di restituire il senso di isolamento e claustrofobia vissuto dai giurati.

La scelta stilistica mette in primo piano le emozioni, i dubbi e la fatica morale dei personaggi. Le lunghe discussioni, i momenti di silenzio e le tensioni psicologiche emergono con forza, offrendo allo spettatore un’esperienza immersiva e quasi documentaristica.

La camera di consiglio: storia e memoria

Il film integra anche materiali di repertorio: immagini e video del Maxiprocesso che collocano le vicende della giuria in un contesto storico più ampio. Questo accorgimento permette di intrecciare dramma personale e memoria collettiva, senza scadere nella cronaca o nel documentario, ma mantenendo il ritmo di un’opera cinematografica.