Scandalo Epstein: Trump sapeva tutto?
Dagli Stati Uniti emergono nuove rivelazioni sul caso Epstein: pubblicate tre email che citano Donald Trump e Virginia Giuffre. Il…
Dagli Stati Uniti emergono nuove rivelazioni sul caso Epstein: pubblicate tre email che citano Donald Trump e Virginia Giuffre. Il presidente respinge ogni accusa: “Solo fake news per distrarre l’opinione pubblica”
NEW YORK – A dieci anni dalla morte di Jeffrey Epstein, il finanziere accusato di traffico sessuale di minorenni, il suo nome continua a scuotere la politica americana. I deputati democratici della Camera hanno infatti reso pubbliche tre email risalenti agli anni 2011, 2015 e 2019, in cui Epstein citerebbe Donald Trump, sostenendo che l’ex presidente avrebbe trascorso “ore” in compagnia di Virginia Giuffre, una delle vittime del miliardario.
Le email, ricevute dagli eredi di Epstein e rese note dalla Commissione di Vigilanza della Camera, suggerirebbero – secondo i democratici – che Trump sapesse di più sugli abusi commessi dal suo ex amico di quanto abbia mai ammesso. Tuttavia, non esistono accuse formali nei confronti dell’ex presidente.
Trump: “Una montatura dei democratici”
La reazione di Trump non si è fatta attendere. Dalla sua piattaforma Truth Social, l’ex presidente ha definito le rivelazioni “una trappola orchestrata dai democratici per distrarre dai miei successi politici”. La sua portavoce Karoline Leavitt ha ribadito che Trump “cacciò Epstein dal suo club decenni fa perché faceva il pervertito con le dipendenti”, aggiungendo che le email vengono pubblicate “in modo selettivo per diffamarlo”.
Tra le email più citate figura una del 2011, indirizzata all’ex fidanzata Ghislaine Maxwell, oggi condannata all’ergastolo per complicità nei crimini di Epstein. “Il cane che non ha ancora abbaiato è Trump”, scriveva il finanziere, in riferimento al silenzio dell’allora imprenditore televisivo sulle sue attività. “Una ragazza ha passato ore a casa mia con lui”, aggiungeva.
Il ruolo del giornalista Michael Wolff
Le altre due comunicazioni coinvolgono il giornalista Michael Wolff, autore di diversi bestseller su Trump. In una mail del 2019, Epstein scriveva: “Donald ovviamente sapeva delle ragazze e aveva chiesto a Ghislaine di smetterla”. In un altro scambio del 2015, Wolff avverte Epstein che la Cnn avrebbe potuto porre a Trump una domanda sul loro rapporto durante un dibattito televisivo. Epstein chiede consiglio, e il giornalista lo invita a “non reagire”, spiegando che il silenzio avrebbe potuto “mettere Trump in debito”.
Il mistero di Virginia Giuffre
Il nome di Virginia Giuffre, una delle principali accusatrici di Epstein, è riemerso al centro della vicenda. La donna, trovata morta lo scorso aprile, aveva dichiarato nel 2016: “Non penso che Trump abbia partecipato a nulla. Non l’ho mai visto coinvolto in quegli atti”. Un’affermazione che i repubblicani hanno ora rilanciato per respingere le insinuazioni democratiche.
Intanto, la Commissione della Camera ha annunciato di voler analizzare oltre 23.000 documenti ricevuti dagli eredi di Epstein, inclusi nuovi scambi di mail con personaggi pubblici, giornalisti e imprenditori di alto profilo.
Il caso Epstein, morto suicida nel 2019 nella sua cella di Manhattan, continua dunque a proiettare la sua ombra sulla politica americana, alimentando sospetti, scontri e rivelazioni che mettono in imbarazzo l’intero establishment.
A cura della redazione