Il produttore italo-canadese Andrea Iervolino sta realizzando “I See you”. Si tratta di un film girato nello spazio: «Farà la storia del cinema mondiale», dice in un’intervista a Novella 2000.

L’intervista ad Andrea Iervolino

La vita di Andrea Iervolino è stata sempre votata all’innovazione e la sua storia personale ne è la conferma sin da quando, quindicenne, ha iniziato la sua attività cinematografica puntando sul digitale, scelta che si è dimostrata poi vincente. Da lì un’escalation di successi con il suo primo piccolo ruolo da produttore ne Il Mercante di Venezia fino ad arrivare ai 132 film realizzati fino a oggi. Ma uno come lui, le cui iniziali sono AI (acronimo diffuso per l’Intelligenza artificiale), non può fermarsi. E così nasce l’azienda Space 11.

Iervolino, quali sono gli obiettivi di Space 11?

«Innanzitutto, stiamo lavorando al film I See You, che sarà realizzato all’85% con scene girate direttamente nello spazio». 

Un’idea, una rivoluzione.

«Questa idea di intrattenimento a gravità zero è nata nel 2021. Fino al 2021 i viaggi commerciali spaziali erano visti ancora lontani, oggi invece è sì costoso, ma può essere fatto e sta diventando normale viaggiare nello spazio da non professionisti è normale viaggiare nello spazio. Nel futuro il volo spaziale sarà sempre più accessibile così come la vacanza spaziale. Vi sono già alcune società che stanno lavorando per avere dei propri hotel nello spazio e nei prossimi 4 o 5 anni avremo una grande accelerazione sui moduli hotel spaziali a gravità zero». 

Ma non sarà il solito film di battaglie spaziali, vero?

«Per realizzare un film del genere hai bisogno di grandi professionisti e conoscitori dello spazio. Io sono riuscito dopo due anni di rincorse ad assumere il capo della produzione media della Nasa, Bert Ulrich, lui ha tutti i contatti e la conoscenza che a me mancava. La visione su questo film è diventata possibile grazie a questa figura chiave».

Tecnicamente come funziona, gli attori vengono inviati nello spazio?

«Tutte le riprese sono vere e fatte in collaborazione con le agenzie spaziali. In alcuni casi con astronauti veri, poi con le tecnologie dell’Intelligenza artificiale cambiamo le facce, adattando quelle degli attori in un film che farà sognare perché è una grande storia d’amore. Parla di due astronauti, che dovranno capire se quell’amore nato nello spazio sia un amore estivo o un sentimento duraturo nel tempo. Vedendo questo film si può capire cosa vuol dire stare nello spazio. A differenza delle produzioni statunitensi, noi puntiamo sulle emozioni: è un film vero non uno Sci-fi in cui si vedono bombardamenti o combattimenti».

Foto Andrea Iervolino con Johnny Depp, Antonio Banderas, Andrea Bocelli e John Travolta
Foto Andrea Iervolino con Johnny Depp, Antonio Banderas, Andrea Bocelli e John Travolta

Lei ci fa sognare. L’abbiamo vista lavorare con Johnny Depp, con Al Pacino ed essere ricevuto sia da Papa Francesco che da Leone XIV. Oltre a essere stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica dal Presidente Sergio Mattarella.

«Io sono italo-canadese, a 23 anni mi sono trasferito prima in Canada e poi a Los Angeles, ma non ho mai tagliato il cordone ombelicale che mi lega all’Italia. Ho sempre cercato di esaltare il genio italiano, anche negli ultimi lavori che ho realizzato. Ho fatto film su Modigliani, su Ferrari, siamo in post-produzione del film su Maserati con attori come Anthony Hopkins, Al Pacino, Andy Garcia, Jessica Alba, Michele Morrone e Salvatore Esposito e siamo in pre-produzione del film su Bugatti. Il mio sogno è esaltare il genio italiano attraverso il cinema».

Dai successi al cinema alla conquista dello spazio, cosa sogna ancora?

«Io sono molto spirituale e questo, probabilmente, mi ha anche portato a realizzare il film Beyond the Sun che prende il nome dall’enciclica di Papa Francesco e nel quale il defunto pontefice ha realizzato un cameo interpretando se stesso. Io non credo in una vita lontana dalla vita spirituale. Quello che succede nel mondo reale per me accade prima nel mondo spirituale e la spiritualità di riporta a essere umile».

A cura di Pierluigi Gaudio per Novella 2000