L’attore, in testa alle classifiche con il suo nuovo film, si racconta tra vita privata in Sicilia, il rapporto con la moglie Silvana e un retroscena inaspettato sul set

Con il film “La vita va così” in testa alle classifiche, un altro film con il trio “Attitudini: nessuna” in uscita, per Aldo Baglio si tratta sempre di un eterno ritorno, una costante conferma di un personaggio che non ha mai smesso di rinnovarsi e di stupire. Aldo è un attore che ha fatto la storia della comicità italiana e che non ha nessuna intenzione di smettere, per nostra fortuna.

Aldo, ci racconti di questo tuo nuovo look con la barba da intellettuale? Come nasce? «Direi da capo cantiere più che da intellettuale. Potrei apparire più saggio con la barba ma sotto c’è sempre lo stesso Baglio di sempre. L’ho fatta crescere per motivi di set, il mio personaggio la richiedeva visto che il film (La vita va così, ndr) racconta vent’anni di storia. Ma dà un fastidio terribile, punge, perciò ora me la taglierò».

Ormai ti sei trasferito con la famiglia in Sicilia. Questa fuga dalla Brianza quanto ti ha giovato? «Lo stile di vita è cambiato totalmente: vivo in mezzo al verde e alla natura, tra ampi spazi con aria pulita. Abbiamo tre cani e quattro gatti (di cui uno non sta molto bene purtroppo). La vita qui è molto agreste, segue dei ritmi diversi. Però non pensare che qui facciamo una vita ritirata da meditazione, si corre sempre e si fanno tantissimi nuovi progetti. Silvana (Silvana Fallisi, attrice e moglie di Aldo, ndr) non si ferma un secondo, è sempre indaffarata, a lei 24 ore in un giorno non bastano. Mia figlia Caterina ad esempio, tra le tante cose, ha intrapreso anche un’attività commerciale con la produzione e vendita di conserve alimentari e vi consiglio di assaggiare i prodotti “BaglioMantello”».

I tuoi figli sono cresciuti, il tuo rapporto con Silvana è sempre lo stesso? «È sempre lo stesso. Che cosa dovrebbe cambiare con Silvana? Lei è in assoluto il pilastro della famiglia, impossibile pensare a una vita senza lei. Se non ci fosse sarebbe difficile persino inventarla: quasi trent’anni di matrimonio parlano da soli».

C’è qualcosa nella tua vita a cui hai dovuto rinunciare tuo malgrado? «Ci dovrei pensare molto e questo fa presumere che non ci sia niente di davvero importante a cui ho dovuto rinunciare».

E qualcosa invece a cui non rinunceresti mai? «Fondamentalmente non rinuncerei mai alle mie sicurezza, la mia famiglia prima di tutto. I miei figli hanno intrapreso le loro strade e ne sono fiero. Farei molta fatica a rinunciare a tutto quello che ho conquistato nel tempo. Non rinuncerei mai al mio mestiere perché è l’unica cosa che so fare. Non rinuncerei mai a tutte le cose che mi fanno stare bene, anche se è importante adattarsi, è una forma di sopravvivenza. Se vogliamo metterla sul filosofico si può rinunciare a tutto a patto di avere una buona capacità di adattamento».

Ultimamente è nata una bellissima amicizia con Virginia Raffaele. «Certo, ci siamo conosciuti sul set e ci siamo trovati subito. C’è molta stima e rispetto reciproco, insieme ci divertiamo parecchio. Non avremmo mai potuto giocare così tanto insieme se lei non fosse predisposta».

Aldo Baglio: “Attitudini: nessuna” e i nuovi progetti

Oltre il film nelle sale, è in arrivo un’altra novità, ovvero il film di Aldo, Giovanni e GiacomoAttitudini: nessuna”. Ci racconti qualcosa? E perché questo titolo? «Il titolo l’abbiamo preso dalla mia pagella delle elementari, dove la maestra sotto la voce “Attitudini” ha scritto “Nessuna”. Il docufilm nasce dal nostro incontro ai David di Donatello con Sophie Chiarello, che aveva già lavorato con noi precedentemente. Ci ha proposto l’idea e dopo qualche incertezza iniziale siamo partiti. Incertezza perché è difficile raccontarsi, parlare di se stessi, ti devi mettere a nudo. Io, ad esempio, non sapevo che cosa fare, sarei stato un operaio per tutta la vita. Il fatto di vivere a Milano a quei tempi mi ha stimolato, ho frequentato dei corsi, ho incontrato le persone giuste e…addio SIP (da giovane Aldo ha lavorato nell’azienda telefonica SIP, ndr)! La mia intenzione era fare quello che sto facendo, dignitosamente. Tutto poi è andato molto meglio di come immaginavamo, ma anche gestire la notorietà non è facile. La bellezza sta sempre nell’avere la libertà di scegliere quello che si vuol fare. Un consiglio ai più giovani? Fate quello che volete, ma fatelo divertendovi, sempre».

Cosa c’è adesso in cantiere? «È partita la macchina del nuovo film con Giovanni e Giacomo, cominceremo a girare la prossima estate con Massimo Venier, il nostro regista storico. La novità è che la produzione questa volta sarà indiana».

Invece che tipo di esperienza è stata girare il film di Riccardo Milani con Diego Abatantuono e Virginia Raffaele? «Un’esperienza bellissima! Ci siamo trovati subito bene e sembrava di conoscersi da tempo. Milani ha sempre adottato la linea della gentilezza e sinceramente non so come faccia. Poi la novità di raccontare una storia vera è davvero affascinante. Questo personaggio che non cede e non vende il suo terreno è quasi eroico. Io avrei venduto subito, non posseggo questa forza. È la dimostrazione che con i soldi non si può comprare tutto, devi scegliere tu se vendere l’anima al diavolo e l’anima è qualcosa di troppo prezioso».

A cura di Dario Lessa