Agcom, siti porno e minori: cosa succede ora
Siti a luci rosse, stop ai minori: solo 4 su 45 si adeguano alle nuove regole Dal 12 novembre 2025,…
Siti a luci rosse, stop ai minori: solo 4 su 45 si adeguano alle nuove regole
Dal 12 novembre 2025, è ufficialmente vietato ai minori l’accesso ai siti pornografici, ma l’attuazione del divieto richiederà ancora tempo. Il decreto Caivano, approvato dal governo per rafforzare le misure di tutela dei minori online, prevede che le piattaforme con contenuti per adulti implementino sistemi di verifica dell’età. Tuttavia, secondo i dati diffusi dall’Agcom, solo 4 siti su 45 si sono già adeguati alle nuove norme.
Il termine formale per l’adeguamento è scattato ieri, ma l’Autorità per le comunicazioni ha precisato che non si tratta dell’“apocalisse digitale” dei siti porno: «È solo l’inizio di un percorso di attuazione e vigilanza», ha spiegato il commissario Massimiliano Capitanio. L’Agcom ha infatti stabilito un rinvio di tre mesi per le piattaforme straniere (fino al 1° febbraio 2026) e sei mesi per quelle italiane.
I numeri della transizione digitale
Dei 45 portali individuati dall’Agcom, uno è stato disattivato in Italia, tre hanno introdotto sistemi di verifica dell’età e gli altri 41 operano ancora come prima, consentendo l’accesso con la semplice autocertificazione “Ho più di 18 anni”. Tra questi figurano i colossi del settore come Pornhub, YouPorn e Xvideos, tra i più visitati nel Paese.
Il sistema previsto dal decreto si basa sul principio del “doppio anonimato”, che garantisce la tutela della privacy: un soggetto terzo controllerà l’età dell’utente e fornirà un codice (alfanumerico o QR) da inserire sul sito, per confermare la maggiore età senza rivelare l’identità. «L’obiettivo è proteggere i minori, non tracciare gli adulti», ha precisato Capitanio.
Il doppio anonimato e l’Eudi Wallet
La tecnologia necessaria a garantire questo sistema sarà integrata nel futuro Eudi Wallet, il portafoglio digitale europeo che permetterà di gestire in modo sicuro documenti e credenziali, inclusa l’attestazione di età. L’app, però, non sarà operativa prima del 2026, motivo per cui il sistema transitorio si baserà su soluzioni provvisorie ancora in fase di definizione.
Il tema della pornografia accessibile ai minori riguarda un’ampia fascia della popolazione. Secondo un’indagine Skuola.net, quasi quattro giovani su dieci tra i 10 e i 25 anni accedono regolarmente a contenuti pornografici online. L’Italia, nel 2024, risultava ottavo Paese al mondo per consumo di video a luci rosse secondo i dati di Pornhub.
Per ora, dunque, il provvedimento rappresenta un primo passo verso una regolamentazione concreta. Ma per i prossimi mesi, l’accesso ai siti per adulti nel Bel Paese resterà ancora libero e anonimo. Almeno fino a quando la burocrazia digitale non avrà completato il suo giro di vite.
A cura della redazione