Barbara Alberti, la confessione shock: “L’ho lasciato per un gay”
Barbara Alberti: «Ho insegnato io l’Eros a Tinto Brass. Mi sono separata da mio marito perché mi innamorai di un…
Barbara Alberti: «Ho insegnato io l’Eros a Tinto Brass. Mi sono separata da mio marito perché mi innamorai di un gay»
La scrittrice si racconta tra provocazione, ironia e libertà assoluta: “La vecchiaia mi fa schifo, ma non smetto di amare la vita”
Ha 81 anni e la stessa forza di sempre. Barbara Alberti, scrittrice, sceneggiatrice e intellettuale, è tornata a far parlare di sé con un’intervista esplosiva al Corriere della Sera. In equilibrio tra confessione e provocazione, racconta una vita vissuta “senza rimpianti e senza pentimenti”, tra amori, arte e ribellione.
«La vecchiaia mi fa schifo», ammette senza giri di parole, «ma non smetto di vivere, di desiderare, di sognare». Nata a Umbertide e trasferitasi a Roma negli anni Settanta, la Alberti ha attraversato mezzo secolo di cultura e costume, sfidando ogni convenzione. «Insegnai io l’eros a Tinto Brass», rivela ironicamente, «e mi sono separata da mio marito perché mi innamorai di un gay. Seguivo Vittorio Sgarbi per tutta l’Italia».
Sono una donna libera
Con la sua voce tagliente e ironica, la Alberti rivendica il diritto alla libertà in tutte le sue forme: «Mi sono innamorata mille volte, spesso per curiosità più che per passione. La vita va vissuta come una grande avventura». Poi aggiunge: «La vecchiaia non è una conquista, ma un’umiliazione del corpo. Quando Stefania Sandrelli venne a casa mia, diede una lezione agli intellettuali: la leggerezza è un valore».
Una donna contro le ipocrisie
Nell’intervista parla anche del suo rapporto con la fede e con il femminismo: «Non credo nei dogmi, ma nell’amore. Le donne devono imparare a scegliersi da sole, a non essere ancelle di nessuno». A chi le chiede se si senta ancora una provocatrice, risponde sorridendo: «Lo sono sempre stata e lo sarò finché avrò voce. Scrivere è il mio modo di restare viva».
Una donna che ha amato, sbagliato, provocato e insegnato. Che ha sfidato i perbenismi e gli stereotipi di un’Italia spesso pronta a giudicare. E che oggi, più che mai, si conferma icona di libertà e coraggio.
A cura della redazione