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Rubriche ed editoriali

American Horror Story 6×06: al di là della macchina da presa (RECENSIONE)

Niccolo Maggesi | 22 Ottobre 2016

American Horror Story

Il nostro immancabile parere sui nuovi sorprendenti sviluppi nella narrazione di AHS, dopo l’ultimo episodio. Con il suo arrivo, il […]

Il nostro immancabile parere sui nuovi sorprendenti sviluppi nella narrazione di AHS, dopo l’ultimo episodio.

Con il suo arrivo, il giorno della grande svolta – così com’è stata chiamata per settimane ricalcando l’espressione originale – ci ha regalato la consapevolezza che, nell’universo specioso dell’attuale stagione di American Horror Story, My Roanoke Nightmare altro non era se non un grosso successo televisivo. Dietro gli occhi indiscreti delle cineprese che hanno voluto replicare le disgraziate vicende dei Miller incastonandole nella cornice delle voci dei loro reali protagonisti, c’era invero la mente visionaria di un certo Sidney James. Questi a sua volta, con la tacita connivenza dell’intera sua troupe, ha concepito un progetto narrativo tanto nuovo quanto quello nel quale è in fin dei conti racchiuso, vale a dire l’idea di Ryan Murphy.

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Per l’esaltazione venutagli dal consenso popolare, Sidney decide però di replicare il suo primo successo prescindendo ora da un racconto preesistente, e facendo sì che il nuovo per così dire si autoproduca da dove tutto ha avuto inizio. Accecato dalle luci della ribalta, eccitato dall’opportunità di vivere al limite e di sfiorare la pericolosa cima della popolarità servendosi di espedienti abnormi ed esosi, non si accorge però che quella cima l’ha ormai più che superata, e sta già precipitando in un drammatico pozzo senza fondo.

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